A bocce ferme. Perché approvare la mozione martedì

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Martedì 2 dicembre sarà una data importante per il futuro della Sanità in Martesana e per i suoi 400.000 abitanti. Noi speriamo che sia la data che segna un nuovo inizio in questa vicenda. L’inizio di un percorso che porti, in tempi rapidi e definiti a prendere decisioni importanti, ma che siano ragionate, basate su fatti concreti e il più lungimiranti possibile.

Da quando la decisione di chiudere uno dei due punti nascita della zona – Melzo e Cernusco – si è fatta concreta la scorsa estate, è stata tutta una corsa. Prima una corsa dei cittadini e dei politici di Melzo per scongiurare una decisione che sembrava inevitabile, segnata da parametri tecnici e sanitari che parlavano chiaramente a favore di Cernusco. Tanto che la stessa Azienda ospedaliera di Melegnano ad aprile 2014 consigliava il giornalista di un quotidiano locale, incaricato di curare una rubrica sulle nascite in Martesana, di recarsi solo a Cernusco, “perché Melzo lo chiuderemo tra pochi mesi”.

Poi tra luglio e settembre il ribaltone, l’esultanza di alcune parti politiche e del campanile di Melzo all’inaspettata delibera di Giunta del 7 ottobre, e l’inizio della corsa dei cittadini e dei politici cernuschesi contro una scelta giudicata assurda.

Speriamo vivamente che martedì 2 dicembre segni la fine delle corse. E l’inizio di una riflessione seria.

La riflessione in realtà dovrebbe essere già iniziata, coi lavori dei quattro sindaci incaricati di sentire tutte le parti in gioco e arrivare a stilare un ridisegno complessivo dell’offerta sanitaria nell’intera ASL 2 Milano, che serve oltre l’Adda-Martesana anche l’area sud-est del Milanese. Una prima relazione doveva essere consegnata due giorni fa, e una proposta più concreta entro il 10 dicembre, secondo quanto dichiarato dal presidente dell’assemblea dei sindaci dell’ASL Gravina lo scorso 19 novembre.

Ma com’è possibile lavorare a un progetto così complesso e ricco di punti d’attrito in così poco tempo e con la spada di Damocle della chiusura del punto nascita di Cernusco fissata per il primo di gennaio?

Bisogna che la Regione faccia un passo indietro, ritirando la delibera di chiusura, e imponga poi date sensate e certe per riformulare una proposta. Si deve ricominciare, ragionando a bocce ferme.

L’occasione concreta si presenta il prossimo martedì, 2 dicembre. Tra le 12:00 e le 14:30 in Consiglio Regionale si discuterà una mozione che chiede proprio il ritiro di quella decisione. L’azzeramento della scadenza del primo gennaio. È un’occasione da cogliere.

La presenza di un presidio di cittadini fuori dalla sede del Consiglio durante la discussione vuole proprio sottolineare l’importanza di questo momento.

La mozione è stata presentata dalla consigliera Maria Teresa Baldini, le fa onore e la ringraziamo. Ma non siamo qui per fare battaglie politiche, a noi interessa il fine, non tanto chi sia materialmente a creare gli strumenti per poterlo raggiungere. Altri consiglieri regionali, dei colori politici più variegati, hanno parlato recentemente contro la chiusura di Cernusco e a favore di un ridisegno razionale e complessivo. Citiamo tra gli altri Paolo Micheli e Sara Valmaggi del PD, Riccardo De Corato di Fratelli d’Italia, tra i firmatari della mozione, Antonio Saggese eletto con la Lista Maroni Presidente e autore di un’interrogazione consigliare sull’argomento.

Un appello alle persone che siedono in Consiglio Regionale: al di là di quale la scelta più corretta nel merito, la decisione presa a ottobre per essere operativa a gennaio è oggettivamente affrettata. Annullatela. Senza guardare a chi ha messo la firma sul foglio della mozione. Annullate una decisione frettolosa. Poi si discuterà del merito.

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