Cronaca estiva: chiude il Comitato, Melzo passa da 37 a 46 parti al mese

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Cari lettori, non ci sentiamo dalla fine di maggio.

Nel frattempo è trascorsa l’estate, che ha portato qualche avvenimento inerente la vicenda di cui trattiamo in questo blog, e qualche prospettiva per il futuro. Facciamo quindi il punto della situazione su quello che è accaduto negli ultimi mesi e su che cosa si prospetta.

Il 23 luglio Gaetano Luvaro ha annunciato la chiusura del Comitato Salviamo la Maternità di Cernusco S/N e di aver devoluto quanto rimasto nelle casse dell’organizzazione, circa 120 euro frutto di contributi volontari degli aderenti, ad un progetto di beneficenza in Sierra Leone che prevede il sostegno ad una casa famiglia per bambini orfani fondata da Samuele Colombo, e che fa riferimento al progetto più ampio di aiuto ai bambini nel mondo, “L’Albero della Vita“.

“Colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che hanno aderito al comitato e quelli che direttamente ed indirettamente hanno condiviso con il sottoscritto i nobili principi del comitato stesso“, ha scritto Luvaro in un breve post su Facebook in cui annunciava questo ultimo atto del Comitato, che lo riporta laddove tutto era cominciato: l’attenzione per i bambini.

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E per quanto riguarda le nascite, come sta andando la situazione al Santa Maria delle Stelle di Melzo, che dal 1° marzo è l’unico punto nascita della Martesana?

Fonti interne all’ospedale ci parlano di un aumento dei parti, frutto soprattutto del trasferimento di ginecologi da Cernusco a Melzo, e la tendenza di alcune donne, soprattutto al primo parto, a voler partorire nella struttura dove il proprio medico opera.

Di che cifre parliamo? Melzo è passato dai circa 37 parti mensili del 2014 a 46, se prendiamo in considerazione il periodo dal 1° gennaio al 31 agosto 2015. Un aumento senz’altro notevole, che dovrebbe tradursi a fine anno in 100-150 parti in più per il reparto melzese.

Ma in termini assoluti cosa significa? Significa che a fine agosto sono nati a Melzo circa 370 bambini. La prospettiva entro fine dicembre quindi è di arrivare a 550-580 parti.

E’ tanto? Rispetto a quanto faceva prima quel reparto (444 l’anno in media), sì. In termini assoluti, e considerando gli obiettivi finali, purtroppo no.

Infatti, arrivare a quelle cifre significa raggiungere i numeri che Cernusco già faceva per conto suo, quando era “in concorrenza” anche con Melzo. L’Uboldo negli ultimi quattro anni ha avuto infatti una media di circa seicento parti l’anno, 552 nel 2014 quando molte donne scelsero altre destinazioni dopo l’annuncio di chiusura imminente.

Arrivare a 580 parti per la Martesana significa aver perso oltre 400 nascite complessive. Significa che delle 600 partorienti a Cernusco, solo 150 hanno scelto Melzo.

Ma soprattutto significa che siamo ancora parecchio lontani dal prossimo traguando: 1000 parti l’anno per restare aperti. Lo stesso incremento sulla struttura di Cernusco avrebbe portato a toccare quota 700, e le statistiche fanno pensare che l’incremento sarebbe stato addirittura maggiore.

Per garantire un’ulteriore crescita del punto nascita occorrono investimenti e prospettive di medio-lungo termine. Niente di tutto ciò è avvenuto finora. Il nido di Melzo è ancora minuscolo (30mq) ed è stato separato in due ambienti da una parete vetrata solo su indicazione dei NAS. Il reparto è ancora privo di una vera Patologia pediatrica. Occorre ragionare e investire in modo sensato per superare questi limiti. E all’orizzonte c’è invece un’accesa discussione sul riassetto completo della Sanità in Lombardia, con l’arrivo delle Asst, che rischiava di vedere l’attuale struttura facente capo a Melegnano accorpata a quella di Lodi (Lodi!) con un ulteriore allontanamento del centro decisionale dalle realtà dei territori su cui agisce. La riforma sta chiaramente infiammando la scena politica e si presta a strumentalizzazioni, tanto che il dott. Luvaro lo scorso 3 agosto ha risposto a muso duro alla lettera di un consigliere regionale che parla di opposizione alla riforma per garantire vicinanza ai territori, mentre lui stesso aveva votato a favore della chiusura illegale del punto nascita cernuschese.

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Inoltre il campanilismo sfrenato del sindaco di Melzo Antonio Bruschi ancora non trova pace per la comunicazione dell’Azienda ospedaliera di Melegnano che lo informa della “opportunità tecnica” di trasferire la quasi totalità degli attuali reparti di Oncologia da Gorgonzola a Cernusco, e non più al Santa Maria delle Stelle. La motivazione appare limpida senza le fette di prosciutto del Campanile sopra: l’Uboldo ha ora lo spazio lasciato libero dal punto nascita (smantellato completamente dopo essere stato ristrutturato diciotto mesi prima con una spesa di 600.000 euro pubblici) e del reparto privato Ferb che era ospitato presso l’ospedale.

Bruschi vorrebbe invece che si tenesse fede a piani precedenti, spendendo diversi milioni di euro (milioni!) presi dalle casse pubbliche per aggiungere pezzi all’ospedale di Melzo.

Noi crediamo che si debba guardare avanti, e continuare a premere perché la Regione prenda seriamente in considerazione la prospettiva di un ospedale unico della Martesana. Di nuova costruzione e collocato lungo la MM2, non appiccicando nuovi padiglioni costosissimi a strutture vecchie di cinquant’anni collocate in aree poco popolate e decentrate rispetto ai collegamenti che attraversano la nostra zona.

Il sottotitolo del nostro blog, da “Per Cernusco S/N punto nascita unico, contro il suo accorpamento a Melzo e la loro conseguente chiusura” diventa quindi: “Per un punto nascita unico della Martesana di livello avanzato”. E, sottinteso, per una Sanità di livello avanzato.

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