Il 1° marzo Cernusco chiude. S.Raffaele apre nuove sale parto

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È ufficiale: il 1° marzo Cernusco chiude. Uno scarno comunicato dell’Azienda ospedaliera di Melegnano, non firmato da alcun dirigente ma da una mai sentita “Direzione Strategica”, giovedì ha reso ufficiale la chiusura del reparto.

Il giorno prima – con un tempismo impressionante – l’ospedale San Raffaele ha inaugurato il suo nuovo reparto Maternità, che per pochi metri si trova ora sul territorio comunale di Milano e non più di Segrate. Pare infatti che il fatto di avere “nato a Milano” sulla carta d’identità di proprio figlio abbia un suo fascino, soprattutto tra i cittadini milanesi o ex-milanesi trasferiti nell’Hinterland del capoluogo. Il nuovo reparto Materno-Infantile si trova all’interno del Diamante, l’edificio di collegamento tra i settori “C” e “Q”, dove sono state attivate 2 nuove sale operatorie, 4 sale parto e le zone di travaglio.

Questa mossa non fa che alimentare le ovvie polemiche e i sospetti. Ricordiamo infatti che ciascun parto naturale frutta agli ospedali 1600 euro di rimborsi da parte del servizio sanitario, mentre i cesarei costano ulteriori 1300 euro alle casse dello Stato. Cernusco è stato chiuso nel giro di soli 5 (cinque!) mesi, pur superando abbondantemente il limite di sicurezza di 500 parti l’anno e avendo una percentuale di tagli cesarei media del 26,9% (calata al 22,4% nel 2014), inferiore alla media regionale.

Le pseudo-motivazioni addotte dalla Regione per la sua chiusura e la scelta di mantenere attivo il punto nascita di Melzo hanno francamente del ridicolo. Le trovate riassunte in questo video di 4 minuti circa, che vi invitiamo a guardare e condividere:

Il reparto di Ginecologia-Ostetricia-Nido dell’ospedale Uboldo di Cernusco verrà dunque chiuso tra meno di tre settimane, il personale ginecologico e ostetrico trasferito parzialmente a Melzo, quello infermieristico smistato in altri reparti, distruggendo un team di lavoro di qualità eccellente, consolidatosi e affiancatosi negli anni. La nuova sala parto con sala operatoria annessa realizzate a dicembre 2013 con una spesa di 600.000 euro resteranno inutilizzate.

Restano aperte le azioni legali presso la Procura della Repubblica di Milano e la Corte dei Conti e l’interrogazione al Ministero della Salute. Potrebbero dare frutti, ma quasi certamente non in tempi utili a sventare lo smantellamento del reparto.

Il punto nascita di Melzo resta dunque l’unico attivo in Martesana. Per quanto tempo? Poco, se non riuscirà a convincere le donne di Cernusco, Pioltello, Cologno Monzese e Brugherio a recarsi in massa a partorire lì, preferendolo al rinnovato San Raffaele, al nuovo ospedale di Vimercate, a quello di Monza o alle cliniche milanesi. Dovrà infatti raggiungere i 1000 parti annui per sopravvivere al prossimo giro di accorpamenti. Quanti ne registra finora? Nel 2013 sono stati 407. Auguri e figli… tanti!

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