Mortalità in sala parto: Gaetano Luvaro scrive al presidente Maroni

punto-nascite-620x300

In un momento in cui – purtroppo ancora una volta – la cronaca torna a parlarci di bimbi morti durante il parto e di indagini che coinvolgono i reparti Maternità degli ospedali italiani, il dott. Gaetano Luvaro, ex presidente del comitato “Salviamo la Maternità” e a lungo primario di ginecologia-ostetricia all’Ospedale di Cernusco, scrive al presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni.

Ecco il testo della sua lettera:

Gentile Presidente Maroni,
in questi giorni è tornata alla ribalta l’annosa questione della chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti/anno prevista dal piano di riorganizzazione dei punti nascita al fine di garantire una maggiore sicurezza all’evento parto. La SIGO ( Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia ) in merito si era espressa in questo modo: ” Nella realtà con meno di 500 parti l’anno la probabilità di eventi avversi di bassa frequenza ma di alto potenziale patologico è tale da non consentire un adeguato allenamento del personale che potrebbe trovarsi a fronteggiare urgenze rare nella quotidianità ma estremamente pericolose per madre e nascituro”. Fatte queste premesse le volevo fare delle domande in merito, in qualità di libero cittadino e come Presidente del Comitato ” Salviamo la Maternità ” con riferimento al punto nascita dell’Ospedale Uboldo di Cernusco sul Naviglio:

1. Il punto nascita di Cernusco s/N , nonostante non fosse mai stato sotto i 500 parti/anno e viaggiasse con una percentuale del 25% di tagli cesarei, requisito di qualità, è stato soppresso grazie ad un decreto regionale della sua giunta fortemente voluto dall’allora Assessore alla Sanità Mario Mantovani e dal consigliere regionale Fabio Rizzi noto come padre della riforma sanitaria lombarda. Personalmente avevo assistito all’interrogazione presentata dalla consigliera regionale Maria Teresa Baldini in merito alla chiusura del punto nascita di Cernusco e francamente le risposte di chi ne ha decretato la chiusura non sono state per niente  soddisfacenti. Lei può darmi un risposta a distanza di 24 mesi?

2. Personalmente avevo depositato presso la sua segreteria e presso quella dell’Assessore Mantovani ben 7400 firme di cittadini contrari alla chiusura del punto nascita di Cernusco s/N e in merito non ho mai avuto risposta come del resto non ho avuto alcuna risposta degli esposti presentati alla Procura della Repubblica di Milano e alla Corte dei Conti. Può almeno Lei dirmi che fine hanno fatto queste firme visto che di recente ho letto,su Bergamo news , che la lega nord, in accordo con lei , si sta facendo promotrice della raccolta di firme per evitare la chiusura di punti nascita con meno di 500 parti/anno in Lombardia? Le firme raccolte dal comitato da me presieduto appartengono a cittadini di serie B?

3. Può dirmi come mai è stata consentita la chiusura di un punto nascita con più di 500 parti/anno e adesso ci si batte tanto per evitare la chiusura di quelli che rientrano nelle disposizioni di legge? Esistono due pesi e due misure? È più importante una manciata di voti o la sicurezza di una mamma e del suo nascituro? Chissà se ci sarà un seguito a questa mia lettera ma so soltanto che l’amarezza per l’ingiustizia subita resterà come un segno indelebile. In attesa di una sua risposta le porgo i miei più cordiali saluti

Gaetano Luvaro

Precedente Per scegliere il punto nascita, parti annui e % cesarei. Melzo in fondo alla classifica Successivo A due anni dalla chiusura: Melzo nel 2016 fa 602 parti, prosegue ristrutturazione Uboldo