NAS a Melzo. Pazienti di Medicina tra i letti della Maternità

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Da subito abbiamo denunciato l’assurdità del progetto di ASL, Regione e Ao di Melegnano di chiudere il punto nascita di Cernusco sul Naviglio, che aveva i numeri per restare aperto e per crescere, e mantenere invece quello di Melzo, che almeno dal 2011 non ha mai raggiunto la soglia minima di 500 parti richiesta dal Ministero e si trova in una zona molto meno popolata rispetto a Cernusco. I dati Istat dicono che la popolazione dei primi tre comuni di residenza di chi partoriva a Cernusco è aumentata nel 2014 di circa 1200 persone, quella dei primi tre comuni delle partorienti a Melzo, di 62.

Questa scelta assurda sembrava davvero suicida, un harakiri inspiegabile che alimentava le voci di un favoritismo verso l’ospedale privato San Raffaele, al quale le partorienti orfane di Cernusco si sarebbero con ogni probabilità indirizzate. Voci che hanno trovato certo un conforto nel fatto che il San Raffaele abbia inaugurato il suo nuovo reparto Maternità il giorno stesso (5 febbraio 2015) dell’annuncio di chiusura di quello cernuschese, poi attuata il 1° marzo.

E altrettanto supporto a questa tesi offre l’atteggiamento che l’Azienda ospedaliera ha tenuto nei confronti del reparto melzese in questi primi tre mesi dell’anno. Un atteggiamento di totale indifferenza, se non addirittura di ostacolo.

Lo dimostrano due casi emblematici. Il primo riguarda il nido del punto nascita di Melzo, di dimensioni minuscole se si conta che il reparto dovrebbe puntare ad attirare su di sé almeno 1000 parti annui. Il nido melzese misura infatti 30 mq (poco più della sala-cucina del trilocale dell’autore di questo articolo) contro i circa 90 di quello del reparto di Cernusco ora chiuso e inutilizzato. Non solo. Il nido di Melzo era privo di un locale separato dove ospitare i bimbi nati con piccoli problemi, respiratori o di altro genere. E lo è ancora, dato che i lavori di ampliamento promessi dall’Ao a febbraio non sono mai stati eseguiti.

Sulla questione hanno avuto qualcosa da dire i NAS, che hanno fatto visita al punto nascita di Melzo a marzo, rilevando la necessità di separare i bimbi con patologie dai neonati fisiologici. Separazione che è stata attuata innalzando una parete mobile, una vetrata che divide in due la stanza. I 30 metri quadri sono stati divisi in due.

Inutile dire che la patologia neonatale di base a Cernusco esisteva e godeva di un locale dedicato presidiato a turno da quattro neonatologi.

L’altro caso riguarda invece le pazienti di Medicina, che tuttora vengono ospitate in altri reparti, compresa Ginecologia-Ostetricia, per la mancanza di posti letto  dovuta a lavori in corso che si protraggono da mesi. Questo, oltre che ridurre a soli 12 letti i posti disponibili in Maternità, generano preoccupazione per il possibile contatto tra le pazienti di Medicina e le neomamme con i loro bimbi di pochi giorni. Dal punto di vista della sicurezza sanitaria non sembra essere una soluzione particolarmente felice.

L’Ao promette una soluzione entro il mese di giugno, ma il comportamento dell’azienda negli ultimi tempi non ispira certo fiducia sulle sue promesse. Tanto che il consigliere del PD di Melzo Massimo Ferrari, medico di professione, ha presentato un’interrogazione al consiglio comunale melzese per chiedere chiarezza sulle prospettive del punto nascita.

Insomma, Melzo è stato tenuto artificialmente in vita contro la legge e contro ogni buon senso, ed ora viene abbandonato a sé stesso, senza alcun reale investimento che possa minimamente metterlo in condizioni di poter tener testa a strutture come il San Raffaele, Vimercate, Monza, Treviglio e le cliniche milanesi, con cui si trova adesso in diretta competizione. E i numeri che trapelano dal reparto riflettono ovviamente questa realtà. Numeri che non divulghiamo per ora, perché avrebbe poco senso esprimere giudizi o proiezioni basate su un solo trimestre. Ma diciamo solo che se l’andamento fosse confermato durante il resto dell’anno, il traguardo dei 1000 parti vitale per mantenere aperto il punto nascita non sarebbe lontano. Sarebbe lontanissimo.

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