A due settimane dalla data “improcrastinabile” del 1° marzo per la chiusura del punto nascita di Cernusco, ristrutturato e potenziato solo 14 mesi fa, l’Azienda ospedaliera rende noto che altri soldi pubblici dovranno essere spesi.
La decisione di chiudere la Maternità di Cernusco S/N è stata evidentemente così ben valutata e ponderata, che non ci si è accorti che essa forniva servizi che a Melzo – punto nascita prescelto – non sono attualmente disponibili. E che non hanno proprio gli spazi fisici per poter essere forniti.
È il caso della patologia neonatale base fornita attualmente nel reparto Maternità cernuschese: un ambiente separato dal nido “fisiologico”, dotato di strumenti come la C-pap per l’assistenza ai bimbi nati con piccoli problemi respiratori, e presidiato da un’équipe di quattro neonatologi.
A Melzo oggi questo non avviene, e manca il locale dove poter ospitare questi neonati per potergli fornire assistenza per problematiche di base. L’Azienda ospedaliera di Melegnano ha fatto sapere che già in questi giorni dovrebbero partire i lavori per realizzare a Melzo il nuovo ambiente. Di corsa, perché la data è improcrastinabile.
Sul senso di smantellare un reparto funzionante, recentemente ristrutturato e potenziato e con ottimi livelli qualitativi, in meno di cinque mesi, per poi spendere altri soldi pubblici per realizzare a “pochi chilometri, credo otto” quello che a Cernusco già c’era da tempo, ancora una volta ci interroghiamo.
Davvero senza senso…non capisco le tv e i giornali nazionali cosa aspetti no a far venir fuori questa vicenda…. solo così sicuro fermeranno questa ingiustizia e questo s0preco
Hai ragione e grazie della bella iniziativa dell’invitare tutti a scrivere a Striscia la Notizia, cosa che anch’io ho fatto. Sicuramente se si fosse riusciti a portare la notizia quantomeno a un livello regionale (TG R ecc) qualcosa in più si sarebbe smosso.