PERCHÉ IMPEDIRLO

Perché vogliamo impedire che la decisione della Regione Lombardia e le sue conseguenze si realizzino?

  • Perché è una decisione ingiusta:
    chiude un punto nascita che coi suoi 600 parti annui supera ampiamente il limite di 500, accorpandolo a uno che non soddisfa invece i criteri stabiliti
  • Perché è una decisione dannosa per le future mamme e i loro bimbi:
    i criteri del numero minimo di parti, della percentuale bassa di cesarei, ed altri requisiti tecnici (Cernusco dispone della Patologia Neonatale ed oggi riceve da Melzo i neonati con problemi) sono posti a tutela della salute di partorienti e bambini. Si chiude invece un reparto di qualità per puntare su chi non rispetta i parametri prefissati.
  • Perché penalizza i lavoratori:
    La chiusura della maternità, ginecologia  e ostetricia di Cernusco comporterebbe il trasferimento di alcuni dei circa 50 lavoratori interessati, e  la mobilità o il licenziamento per altri. Ora: immagina di perdere il tuo posto di lavoro perché il tuo reparto, che ottiene risultati ottimi, viene chiuso in base a criteri di razionalizzazione… che in realtà rispetta!
  • Perché nel giro di 2 anni priverà la Martesana di qualsiasi punto nascita:
    il prossimo scalino di 1000 parti annui sarebbe per entrambi gli ospedali difficile da raggiungere, ma i numeri e i risultati dicono che Cernusco avrebbe più possibilità di riuscita di Melzo, che verrebbe chiuso subito dopo, eliminando l’ultimo punto nascita pubblico dell’intera area.
  • Perché è una pessima base per il futuro dell’offerta sanitaria in Martesana e in Lombardia
    L’offerta sanitaria in Martesana va ripensata, lo si dice da anni. Cinque ospedali medio-piccoli, Cernusco, Melzo, e poi Gorgonzola, Cassano e Vaprio d’Adda i quali hanno ciascuno un solo reparto aperto. Si discute da anni di potenziarne due o di costruirne uno solo, di livello superiore. Questo accade anche in altre zone del milanese e della Lombardia. Una Regione che su una materia così delicata come la Sanità prende decisioni improvvise, in barba a linee guida nazionali, buttando soldi in ristrutturazioni di reparti che poi chiude l’anno successivo, senza alcuna strategia… quali garanzie offre per il futuro?

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