La Regione NON sospende la decisione, ma apre

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Ieri, a metà pomeriggio, i social network e alcune testate online locali rilanciano la notizia che Regione Lombardia avrebbe sospeso la decisione sul punto nascite di Cernusco, riprendendola direttamente dal blog della vicepresidente PD del Consiglio Regionale, Sara Valmaggi.

Ma così non è: la Regione NON sospende la decisione. Fa però un’apertura, legata a determinate condizioni.

Procediamo con ordine. Si è tenuta il 28 ottobre una riunione tra l’Assessore Regionale Mantovani, il Sindaco di Cernusco Eugenio Comincini (proprio ieri eletto Vicesindaco della Città Metropolitana), quello di Melzo Antonio Bruschi e quello di Vaprio D’Adda Andrea Beretta. Seduti al tavolo con i primi cittadini della zona, il Presidente dell’assemblea dei sindaci, Umberto Gravina (sindaco di Carugate), i rappresentanti dell’ASL Milano 2 e dell’Azienda ospedaliera di Melegnano, il Consigliere Regionale del PD Fabio Pizzul e, appunto, la Vicepresidente del Consiglio regionale, Sara Valmaggi e il Consigliere Regionale del Pd Carlo Borghetti.

La Valmaggi scrive: “Nell’incontro ci si è accordati nel considerare sospesa la delibera di giunta di accorpamento dei due punti nascita”.

Ma attenzione: ora i sindaci, unitamente a direttori ospedalieri e della ASL, saranno chiamati a formulare una proposta che tenga conto del futuro di tutti i plessi ospedalieri della zona Adda-Martesana, Cernusco, Melzo, Vaprio, Gorgonzola, Cassano D’Adda, ma anche del resto dell’ASL, Pieve Emanuele, Paullo e San Donato.
Solamente se questa proposta arriverà entro il 27 novembre portando soluzioni valide, allora la delibera sarà sospesa definitivamente; in caso contrario entrerà in vigore dal 1° gennaio 2015.

Questo punto ha creato molte perplessità che sono emerse nel dibattito al consiglio comunale di ieri a Cernusco, dove è stata approvata una mozione sull’argomento. Trovate qui e qui la registrazione dello streaming relativo a questo argomento. Più di un intervento ha mostrato preoccupazione per la data del 27 novembre: il timore è che se la scadenza venisse “bucata”, resterebbe un solo mese, troppo poco per sventare la chiusura del reparto cernuschese. Restiamo comunque in attesa di un riassunto e un commento da parte del sindaco Eugenio Comincini prima di commentare a nostra volta.

Più rassicurante invece il fatto che finalmente sembra si stia facendo uno sforzo per far seguire alle razionalizzazioni anche un aspetto di qualità: “Qualunque sarà la scelta relativa al punto nascita dell’area Adda-Martesana, è necessario che il presidio che se ne farà carico sia sostenuto e potenziato in modo da poter contare su un adeguato numero di addetti e garantire i servizi, ad esempio l’anestesia epidurale. Se ci sarà un unico presidio pubblico dovrà essere messo nelle condizioni di praticare un numero ben maggiore di 500 parti l’anno, come richiesto dai protocolli di sicurezza ed è necessario dare un futuro chiaro e certo all’offerta sociosanitaria pubblica”.

Dal punto di vista della riorganizzazione dell’offerta sanitaria generale pare che ancora una volta la Regione non guardi più in là del proprio naso, e invece di cercare di reperire risorse tagliando gli sprechi per concretizzare la nascita di un ospedale unico o potenziarne due nell’intera area. Si decide invece di creare una sorta di ospedale “diffuso”, i cui reparti sono sparpagliati nell’intera area. Ogni struttura si specializzerà mantenendo solo determinati reparti. Questa l’idea di massima visti anche i recenti tagli del governo che paiono tagliare le gambe a nuovi investimenti.

Sul caso specifico del punto nascita quindi la partita è ancora aperta: la delibera regionale della chiusura di Cernusco resta formalmente valida, quindi l’impegno di questo blog e di tutti coloro i quali sono contrari a quella decisione non si ferma.

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