Per scegliere il punto nascita, parti annui e % cesarei. Melzo in fondo alla classifica

Prestazioni basse. Questo è il verdetto che si legge sul sito DoveMiCuro relativamente all’ospedale Santa Maria delle Stelle di Melzo, nella classifica dedicata ai reparti di Ostetricia-Gineocologia italiani, alla voce “numero di ricoveri”.

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E proprio il numero di ricoveri (ossia di parti) annui era uno dei due criteri scelti dal Ministero della Salute per scegliere quali punti nascita chiudere e accorpare ad altri. Cernusco ne contava circa 600 l’anno, Melzo 450, la soglia era fissata a 500, eppure ASL e Regione scelsero di tenere aperto il secondo.

Ecco com’era la scheda dell’Uboldo: performance medie come numero di parti, alte come % di cesarei (pochi):

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Adesso la Maternità di Melzo viaggia sui 600 parti annui (ossia sul territorio c’è stato un calo di quasi 400 nascite nel giro di un solo anno, dai 600+400 di Cernusco+Melzo).

Ma per arrivare a un livello “medio” si deve giungere attorno ai 700 parti l’anno, come l’ospedale di Vizzolo Predabissi, sempre nell’Asst Melegnano-Martesana. Comunque ancora lontani da quella quota 1000 riferimento europeo, e che dovrebbe diventare anche in Italia la soglia di riferimento.

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Ma questi criteri vengono tenuti in considerazione solo dagli addetti ai lavori o anche dalle future mamme?

quimammepnasciteBeh, proprio quei due criteri sono in cima alla lista dell’articolo intitolato “Parto, 10 regole per scegliere l’ospedale” pubblicato a febbraio 2016 da QuiMamme, principale sito italiano dedicato alla maternità. Tra gli altri criteri, la parto-analgesia H24, il rooming-in, il livello in caso di gravidanza a rischio… stranamente non vi è traccia dei “criteri orografici” e viabilistici citati dall’allora assessore alla sanità lombardo Mario Mantovani (poi arrestato per tangenti) né di altri punti citati dai sostenitori di Melzo come il numero di parcheggi disponibili. Chissà come mai…

A questo punto ciò che ci chiediamo è: come l’Asst intende procedere – nell’ambito della riorganizzazione  illustrata di recente – per mettere il reparto di Melzo nelle condizioni per poter competere secondo questi criteri quantitativi e qualitativi, e scongiurare una chiusura che rischia di arrivare nel giro di 2-3 anni in caso di un’ulteriore scrematura richiesta dal ministero?

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