COSA SUCCEDERÀ

Cosa succederà entro due anni dall’entrata in vigore della decisione della Regione Lombardia?

Per capirlo, partiamo dalla composizione geografica dell’utenza dei punti nascita di Cernusco S/N e di Melzo, aiutandoci con i dati dell’Azienda ospedaliera di zona per l’anno 2013.

A Cernusco, i primi tre comuni di residenza delle donne che hanno partorito quell’anno sono:
Cernusco S/N, Pioltello, Cologno M.se (insieme rappresentano il 52% dei parti).

A Cernusco, i primi tre comuni di residenza delle donne che hanno partorito quell’anno sono:
Melzo, Gorgonzola, Vignate (insieme, il 35% dei parti).

Ora vediamo dove si trovano i primi tre comuni riferiti a Cernusco (contornati in rosso) e quelli di Melzo (in giallo). Contornato in azzurro, sulla sinistra della cartina, il polo ospedaliero privato convenzionato S. Raffaele.

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Ora, se la decisione della Regione va in porto e il punto nascite di Cernusco viene chiuso, credete che le donne dei tre comuni in rosso andranno a partorire a Melzo, o al S. Raffaele?

La risposta è evidente: al S. Raffaele. Lo confermano anche i dati statistici.

Di conseguenza i 600 parti annui di Cernusco, solo in minima parte andranno a confluire sul punto nascite di Melzo, mentre in direzione inversa si stima che Cernusco possa attrarre maggiormente l’utenza di Gorgonzola, Vignate e altri comuni del distretto sanitario di Melzo.

Utilizzando una previsione ottimistica, poniamo che Melzo riesca ad attirare un terzo dei parti di Cernusco, passando da 450 a 650 parti annui. E ora guardiamo al futuro, al 2017.

In quella data è previsto un secondo “scalino” che impone la chiusura dei punti nascita sotto i 1000 parti annui.

L’unico punto nascita della Martesana tenuto aperto, il più piccolo e il più debole dei due, partendo dai 450 parti di due anni prima, è ben al di sotto della nuova soglia, e perciò viene chiuso.

L’intero territorio della Martesana e i suoi 400.000 abitanti si trovano senza un ospedale pubblico con un punto nascita.

Di fatto, l’unica struttura a trarne vantaggio è l’ospedale S. Raffaele, le cui casse – ricordano le cronache – sono state in anni recentissimi dissestate da una gestione che è stata poi travolta da scandali e suicidi.

Ecco perché vogliamo impedire che tutto questo accada.