COS’È SUCCESSO

Il 7 ottobre 2014 Regione Lombardia, tramite l’Atto X-2454, delibera la chiusura del reparto maternità dell’Ospedale Uboldo di Cernusco sul Naviglio (MI) e il suo accorpamento all’omologo reparto di Melzo. Il reparto dovrà chiudere il 31 dicembre, due mesi e mezzo dopo: molte donne che avevano progettato di partorire a Cernusco si stanno già iscrivendo al corso pre-parto.

La decisione è legata al percorso di razionalizzazione delle spese sanitarie in corso da tempo e fa esplicito riferimento alle “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo” – sottoscritto il 16 dicembre 2010 in Conferenza Unificata tra Governo, Regioni, Provincie e Comuni – le quali stabiliscono una serie di criteri, che hanno principalmente due direttrici:

1) Chiudere i punti nascita che hanno meno di 500 parti annui
2) Ridurre la percentuale di tagli cesarei

Il punto nascita di Cernusco nel triennio esaminato (2011-13) è sempre stato sopra la soglia e ha avuto in media 606 parti. Melzo non l’ha mai superata e ha avuto in media 457 parti.

Anche la percentuale di parti cesarei è favorevole a Cernusco: 26,9% contro il 36,7% di Melzo. Inoltre il primo ospedale dispone del reparto di Patologia Neonatale, che il secondo non ha.

Tutti i parametri imponevano l’accorpamento della maternità di Melzo a quella di Cernusco, e difatti questa era la direzione che da mesi nelle sedi opportune si stava concretizzando. Invece la Regione decide di accorpare il reparto più grosso, che soddisfa i parametri, a quello più piccolo che non li rispetta.

Poche ore dopo, la Lega Nord di Melzo e il vicepresidente leghista della giunta regionale accolgono la notizia trionfalmente parlando di “vittoria politica del Carroccio”.

Le motivazioni ufficiali?
a) Il reparto maternità di Melzo è stato recentemente ristrutturato.
  INFONDATA: Anche la maternità di Cernusco è stata ristrutturata (nel 2013) e in parte non ancora inaugurata.
b) Melzo è meglio raggiungibile di Cernusco grazie alla BreBeMi.
  INFONDATA: Cernusco è servita dalla Tangenziale Est di Milano e da due stazioni della MM2.

In ogni caso tutte le motivazioni portate dalla Regione non sono di carattere medico-sanitario, mentre la delibera si ispira a linee guida del Ministero della Salute, non di quello dei Trasporti.

La decisione inaspettata, insensata, e condita di trionfalismo politico, ha portato il Sindaco di Cernusco S/N, i sindacalisti dell’RSU dell’Azienda ospedaliera di competenza (Melegnano), il personale del reparto di Ginecologia e ostetricia e la popolazione di Cernusco e dei comuni limitrofi, a organizzare la protesta.

I motivi non sono dettati da campanilismo. Lo stesso Sindaco cernuschese Eugenio Comincini proponeva oltre un anno prima dei fatti la chiusura dei 5 ospedali di zona e la creazione di una struttura unica per tutta la Martesana, di livello superiore e da realizzarsi non necessariamente sul territorio di Cernusco.

La protesta, oltre che dall’ingiustizia di una decisione che non rispetta i criteri della stessa delibera cui s’ispira, e che avrebbe conseguenze negative per la popolazione dell’intera area e sulle decine di lavoratori del reparto,  è dettata dalla preoccupazione per ciò che succederà nell’arco di 2 anni.