Dati 2015: con Melzo punto nascita unico, 400 parti in meno

nascite_culle_vuote

Il 2015 si è chiuso ed è tempo di bilanci, dato che esso è stato il primo anno ad avere Melzo punto nascita unico, dato che la chiusura di quello di Cernusco era stata annunciata il 7 ottobre dell’anno prima e messa in atto il 1° marzo seguente.

L’Azienda ospedaliera non ci ha ancora fornito il numero preciso, ma i parti registrati nel 2015 presso il reparto Maternità del Santa Maria delle Stella di Melzo sono “di poco superiori a 600”.

Confrontiamo dunque questa cifra con i dati del 2014.

Se guardiamo solo l’ospedale di Melzo, l’aumento di parti c’è stato, e non da poco: circa 200 nascite in più rispetto alle 429 precedenti. Questo aumento è stato influenzato fortemente dal passaggio di alcuni ginecologi di Cernusco al reparto di Melzo, con relativo “traino” di molte proprie pazienti. La cattiva notizia è che uno di loro è andato in pensione a dicembre, e altri due lo seguono a breve.

Ma ricordiamo che lo scopo dell’operazione di accorpamento dei punti nascita era preciso: chiudere quelli sotto i 500 parti annui (Melzo in realtà ne contava 400 ma fu preferito a Cernusco, 600) con l’ottica di creare entro pochi anni dei reparti da almeno 1000 parti annui. Tutto ciò per poter garantire in tutti i presidi del territorio nazionali determinati servizi, tra cui ad esempio la Terapia intensiva neonatale o la partoanalgesia.

Guardiamo allora all’insieme del territorio della Martesana. Nel 2014 i parti erano stati 981 (552 Cernusco, 429 Melzo). Nel 2015, con solo Melzo aperto, sono stati circa 600: il che significa più o meno 400 parti in meno complessivi.

Insomma, invece di sommare i parti dei due presidi, c’è stata una fuga di oltre il 35% dell’utenza!

Solo un terzo delle partorienti del bacino di Cernusco (composto in larga maggioranza a residenti a Cernusco, Pioltello, Cologno, Brugherio, ossia paesi a ridosso di Milano e di Monza) hanno scelto Melzo, mentre la grande maggioranza gli ha preferito l’ospedale privato San Raffaele, Vimercate e San Gerardo, o le cliniche specializzate milanesi.

E proprio a questi grandi ospedali il reparto di Melzo dovrà ora far concorrenza per cercare di portare il proprio numero di parti a quota 1000, il prossimo traguardo da raggiungere per restare aperto. E il fatto che i ginecologi Alfredo Sclarandi e Augusta Brambilla, seguiranno il pensionamento già avvenuto del dott. Gaetano Luvaro, non aiuterà di certo. E non aiuterà neppure il tasso di natalità nazionale in calo costante.

Il risultato che la scelta di ASL, Ao Melegnano e Regione Lombardia ha portato è una sorpresa? Per niente. Purtroppo il flop era prevedibilissimo, e noi stessi fin da subito l’avevamo detto su queste pagine.

Non entriamo nei dettagli giudiziari che la vicenda potrebbe assumere, dato che ci sono esposti ancora pendenti presso la Procura della Repubblica di Milano e la Corte dei Conti e dati che Mario Mantovani, all’epoca assessore lombardo alla sanità, è stato arrestato il 13 ottobre scorso con l’accusa di tangenti proprio nell’ambito della sanità.

Chiediamo semplicemente a tutti gli attori coinvolti di prendere atto di questi dati, e di tenerne conto nelle decisioni che dovranno prendere nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

La Martesana ha una popolazione di 400.000 abitanti, in costante aumento e concentrata nella zona ovest (Cernusco e limitrofi contano 230.000 abitanti, Melzo e limitrofi 80.000). L’utenza, nel caso del settore materno-infantile (ma non solo) dimostra di preferire i grandi centri, mentre il nostro territorio manca di un ospedale unico che da oltre 20 anni la politica locale invoca senza che la Regione risponda. Il campanilismo dei singoli comuni dev’essere superato, ci sono cambiamenti istituzionali che si stanno mettendo in atto come la Città metropolitana e l’Unione dei comuni della Martesana.

Manteniamoci vigili e chiediamo che anche i nostri amministratori facciano lo stesso.

Precedente Cronaca estiva: chiude il Comitato, Melzo passa da 37 a 46 parti al mese Successivo Un Uboldo potenziato e più accessibile nel nuovo assetto dell'Asst