Avviate azioni legali contro la delibera regionale

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Dallo scorso 7 ottobre, data della delibera regionale che decretava la chiusura del punto nascita di Cernusco e il suo accorpamento a quello di Melzo, le iniziative contro di essa si sono moltiplicate. Dalla prima grande manifestazione a Cernusco il 18 ottobre, alla costituzione del Comitato “Salviamo la Maternità”, ai vari dibattiti pubblici, alla raccolte di firme, alla mozione presentata in Consiglio regionale lo scorso 2 dicembre.

Il reparto tra l’altro è ad oggi attivo e funzionante, e nei primi giorni dell’anno ha visto nascere già una decina di bimbi. I corsi pre-parto sono aperti e chi lo desidera può iscriversi, i dipendenti hanno già ricevuto i turni di lavoro per i prossimi mesi.

Oggi pomeriggio il Comitato ha voluto aggiornare i cittadini della Martesana sulle ultime iniziative messe in campo, tramite un comunicato ufficiale nel proprio gruppo Facebook.

Leggiamo quindi che “in data 30/12/2014 il Comitato ha consegnato copie di firme (7429) di cittadini, frutto di regolare petizione popolare, al Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e all’Assessore alla Sanità Mario Mantovani. In tempi brevi verranno consegnate copie delle firme anche al Commissario Straordinario dell’Azienda Ospedaliera di Melegnano Marina Gerini.”

Le moltissime firme di cittadini di vari comuni della Martesana raccolte in soli 2 mesi sono state dunque convalidate e consegnate al destinatario.

Ma la notizia forse più interessante è l’altro punto elencato nel comunicato:

“in data 29/12/2014 il Comitato ha presentato esposto alla Procura della Repubblica di Milano e alla Procura Regionale della Corte dei Conti al fine di conoscere i criteri di legalità adottati nella delibera della Regione Lombardia n° 2454/2014.”

La prima delle azioni legali di cui da subito si era discusso è stata dunque avviata lo scorso dicembre. Un esposto è stato presentato alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica e va a chieder conto della legalità della decisione della Regione. Ricordiamo infatti che la delibera regionale di ottobre contraddice una legge che faceva propri i criteri richiesti dal Ministero della Salute e sottoscritti nell’accordo Stato-Regioni del 2010, criteri tra cui spicca il numero minimo di 500 parti annui, che Cernusco rispetta e Melzo no.

Siamo felici che quest’azione sia stata intrapresa e attendiamo ora che chi di dovere la valuti attentamente.

Ringraziamo e rinnoviamo il nostro appoggio al Comitato, ai dipendenti dell’ospedale Uboldo di Cernusco e a tutti i cittadini che, come recita la conclusione del comunicato, “hanno a cuore la sopravvivenza di un reparto che nel corso degli anni si è sempre distinto per la sua professionalità”.

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