In biblioteca un bell’incontro, interessante e utile

csn-20141022

L’incontro di ieri sera alla biblioteca di Cernusco sul Naviglio è stato bello e ho avuto il piacere di essere presente.

La sala Camerani era gremita, tanto che alcune persone sono dovute restare in piedi o nel corridoio adiacente. I presenti erano almeno un centinaio.

La serata è stata organizzata dalla maggioranza politica di Cernusco, ma senza colore politico, aperta anche ai partiti di minoranza, di cui vari esponenti erano presenti, e soprattutto ad operatori sanitari e cittadini.

Il sindaco cernuschese Eugenio Comincini ha esordito dicendo che il motivo alla base di questa battaglia non è difendere il campanile: “Se fossimo qui per volere a tutti i costi che sulle carte d’identità continui a esserci scritto ‘nato a Cernusco S.N’ non sarei qui”. La questione è ben più alta e riguarda il futuro dei punti nascita – e in prospettiva dell’offerta sanitaria generale – nell’Adda-Martesana.

Dopo aver tracciato la storia di quanto è accaduto, ha illustrato i dati che supportano la convinzione sua e di molti che tenere aperto Melzo significhi vederlo chiudere tra due anni, mentre puntare sul punto nascita di Cernusco porterebbe un maggiore travaso di utenze, per poi puntare attraverso il potenziamento dei servizi offerti a superare il prossimo tetto dei 1000 parti annui.

Sono poi intervenuti sindacalisti della RSU dell’Azienda ospedaliera di Melegnano, cui Melzo e Cernusco rispondono, ribadendo che l’azienda è commissariata, che ha visto succedersi direttori generali al ritmo di uno ogni due anni, segnando in questo modo l’impossibilità di disegnare strategie durature ed efficaci nel tempo.

L’ostetrica di lungo corso Francesca Regina ha preso la parola, ricordando l’apprezzamento delle mamme per la qualità del loro lavoro, e dicendo amareggiata che chiudere un reparto dopo che – tra mille difficoltà, tra cui i lunghi lavori di ristrutturazione – ha risultati eccellenti, “sembra quasi una punizione”.

E’ stata poi la volta del Dott. Lùvaro, fino a un mese e mezzo fa facente funzione di primario del reparto, oggi sostituito dal Dott. Losa, assente. Il dottore ha esordito leggendo l’elenco dei requisiti tecnico-sanitari contenuti nella delibera regionale, e Cernusco li ha tutti. Ha poi letto le motivazioni ufficiali della Regione per chiudere Cernusco e tenere aperto Melzo, smontandole una ad una. Sul nodo della viabilità ha strappato un applauso, con le parole: “bisogna che qualcuno spieghi ai signori della Regione che con i nostri 600 e rotti parti, la gente non è venuta con i muli o con le slitte, che abbiamo una linea della metropolitana e la tangenziale est”.

Dopo di lui è intervenuto il “mitico” dott. Caputo, tra i fondatori del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale cernuschese, tanto da guadagnarsi la fama di “dottor Uboldo”. La sua memoria storica ha ricostruito alcune tappe che illustrano la miopia che dagli anni ’60 ad oggi ha portato la Martesana ad avere piccoli presidi troppo deboli per rispondere alle moderne esigenze in fatto di cure e tutela della salute. Con più lungimiranza “avremmo potuto far concorrenza al San Raffaele prima che del San Raffaele fosse posata la prima pietra”.

E “concorrenza” è stata la parola che ha risuonato più volte nella sala. Molti sono dell’idea che l’unica ratio di questa decisione apparentemente assurda sia favorire il S. Raffaele, che sarebbe in effetti l’unica struttura avvantaggiata da una chiusura del punto nascita cernuschese.

La serata si è conclusa con un invito agli organizzatori della manifestazione di sabato scorso e a chi altro volesse, a fermarsi per discutere della formazione di un Comitato per portare avanti la causa nelle sedi opportune. Il primo passo sarà comunque il voto di una mozione in consiglio comunale a Cernusco per chiedere la sospensione immediata della decisione, in modo da prendersi il tempo necessario per impostare il ricorso legale per ottenere l’annullamento definitivo dell’atto della Regione.

Nel frattempo per martedì 11 novembre in mattinata è fissata una nuova manifestazione, questa volta davanti a Palazzo Lombardia, sede della Ragione.

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