2 dicembre: 6308 firme, 9 voti

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Il 2 dicembre ha rappresentato una tappa sulla via di chi cerca di far capire all’amministrazione regionale, ai vertici della sanità locale e all’opinione pubblica che chiudere il punto nascita di Cernusco S/N non è una scelta strategica, perché produrrà una fuga di partorienti verso strutture terze, diverse da quella di Melzo che invece dovrebbe essere potenziata, causandone la chiusura nel giro di un paio d’anni.

La giornata è stata caratterizzata da un presidio organizzato dal Comitato “Salviamo la Maternità” sotto la sede del Consiglio Regionale, e al quale – nonostante l’orario lavorativo e il clima rigido – hanno partecipato una sessantina di persone.

In quell’occasione il Comitato ha anche avuto modo di consegnare in Regione copie delle 6308 firme di cittadini dei comuni della Martesana che chiedono il mantenimento del reparto cernuschese. Le firme sono state raccolte in meno di 90 giorni.

All’interno del palazzo invece si svolgeva la votazione sulla mozione 326 presentata dalla consigliera Maria Teresa Baldini. Potete vedere il video della discussione della mozione sulla mediateca online del Consiglio.

La votazione si è conclusa con la bocciatura della mozione, con 32 voti contrari, 9 favorevoli e 1 astenuto. Ma le assenze erano parecchie, circa la metà dei consiglieri non erano in aula. Tra cui quelli del PD, che hanno in questo modo attirato su di sé molte polemiche.

Il Partito Democratico ha poi chiarito che l’assenza è stata voluta. Si è in qualche modo volutamente delegittimato un voto definito “kamikaze”, poiché era evidente dai numeri che la mozione non sarebbe mai potuta passare. Come spiegato in questo articolo di Fuoridalcomune.it, per il PD l’assenza di nuovi elementi – ossia la famosa proposta alternativa dei sindaci dell’ASL – non poteva che lasciare le posizioni della Giunta invariate. E in effetti così è stato, con Lega, NCD e Forza Italia a votare compatti attorno all’assessore Mantovani.

Questo ragionamento ha senz’altro senso. È però altrettanto vero che la Giunta regionale non è stata seria nel chiedere una proposta ai sindaci. Serio sarebbe stato sospendere di propria iniziativa la delibera di chiusura del reparto di Cernusco, e non congelarla entro un termine che comunque cade prima dell’entrata in vigore della delibera stessa, e a ridosso delle feste natalizie. Secondo Mantovani i 4 sindaci eletti dall’assemblea dovrebbero svolgere in 1 mese e mezzo un lavoro che non si è affrontato per 20 anni, con un’atmosfera resa tesa dalla scadenza imminente del 1° gennaio, per poi presentare una proposta su cui comunque la Regione avrà l’ultima parola.

Attendiamo il responso dei sindaci, ma ci permettiamo di osservare che i termini in cui la Regione ha posto la questione suonano come un tentativo di prendere tempo e avvicinare la data di attuazione della delibera, senza reale volontà di dialogo. Speriamo naturalmente di essere smentiti dai fatti.

Vedremo nei prossimi giorni cosa proporranno i sindaci, e quali saranno le ulteriore mosse del Comitato in difesa del punto nascita dell’Uboldo di Cernusco, che giustamente non si arrende di fronte a una decisione francamente immotivata e immotivabile.

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