Il piano dell’Ao: Oncologia a Cernusco e potenziare Melzo

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Come avevamo riportato, lunedì la commissaria dell’Azienda ospedaliera di Melegnano  Marina Gerini si è presentata a un’audizione presso la Commissione Sanità della Regione Lombardia.

La Gerini ha avuto modo di spiegare le motivazioni che hanno spinto l’Ao a suggerire alla Regione la chiusura del punto nascite di Cernusco.

Ignorando la questione delle linee guida e dei numeri, si limita ad inquadrare la decisione nel progetto di trasformazione dell’Azienda ospedaliera di Melegnano in struttura “a rete”, organizzata attorno ai tre presidi di Vizzolo Predabissi (con Cassano d’Adda e i poliambulatori Sud), Cernusco (con Vaprio d’Adda e l’odontoiatria territoriale), e Melzo (con Gorgonzola e i poliambulatori Nord). Un’azienda ospedaliera da oltre 27 mila ricoveri nel 2013 (di cui 12.439 a Vizzolo, 6.054 a Cernusco, 5.334 a Melzo), con un bacino di 630 mila persone che si estende su 53 comuni, sulla quale sono in corso potenti investimenti. Come il cantiere da 23 milioni di euro di Vizzolo, fine lavori nel 2016 ma a dicembre sono in consegna la Rianimazione, l’unità coronarica e la prima parte del pronto soccorso. O la ristrutturazione del Santa Maria delle Stelle, 15 milioni di euro, fine lavori prevista ad aprile 2015.

L’idea di mantenere in vita il punto nascite di Melzo è legato al fatto che la Regione lo si ritiene in grado di crescere in quanto meglio attrezzato e meglio collocato rispetto alle nuove infrastrutture Teem e BreBeMi. Tuttavia, come da noi spiegato, una chiusura del reparto di Cernusco porterebbe a una emorragia verso il S.Raffaele, e non verso il presidio di Melzo. Per questo la Gerini sostiene che a Melzo andrà potenziata la maternità, dotandola di patologia neonatale (che Cernusco giù ha, ndr) e partoanalgesia.

Ricordiamo che la media di parti a Melzo nell’ultimo triennio è stato 457 (606 a Cernusco), e nel 2013 di 407 (566 a Cernusco). Melzo è ben al di sotto della soglia di 500 parti annui imposti dalle linee guida nazionali e dalla delibera della stessa Regione Lombardia. E il prossimo scalino da superare – in conformità agli standard europei – sarà non più di 500 ma di 1000.

Ci resta difficile credere che il nosocomio melzese possa più che raddoppiare il numero dei suoi parti.

 

Fonte: Il Giorno

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